Dal 12 marzo al 13 luglio la mostra "Klimt – alle origini di un mito" illustra le opere e le collaborazioni di un'artista che riteneva l'arte un'avventura della mente.
Realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata dallo studioso Alfred Weidinger, vicedirettore dello stesso museo, la mostra propone alcuni tra i più importanti capolavori di Gustav Klimt, provenienti dai musei più famosi.
Dai lavori assieme ai fratelli Ernst e Georg Klimt, agli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna, alle sue passioni per la musica e il teatro, la mostra in corso a Milano, presso il Palazzo Reale, vuole principalmente indagare i suoi rapporti famigliari.
L'impegno militante dell'artista è un tipico sentore della sua appartenenza al gruppo degli artisti della cosiddetta 'Secessione Viennese', che univano alla pittura la musica, l'architettura e il teatro.
La massima aspirazione di questa Scuola era, infatti, la realizzazione di un'Opera d'Arte Totale, che riuscisse a comprendere in sé tutte queste discipline.
Tale interesse fonda le sue radici nel romanticismo tedesco e trova tra i suoi predecessori il musicista Richard Wagner, che realizzava delle vere e proprie opere teatrali al fine di rendere note le sue composizioni e le performance che ideava.
Al termine della mostra un'intera sala è dedicata al famosissimo "Fregio di Beethoven", accompagnati dalla Nona sinfonia del grande e omonimo musicista tedesco.
Si può osservare una ricostruzione artistica dell'originale opera, esposta nel 1902 all'interno della sala maggiore del Palazzo della Secessione, realizzato nel 1897 a Vienna, esempio dell'Opera d'Arte Totale, alla cui realizzazione anelavano gli artisti di allora.
Oltre a una ventina di dipinti ad olio dell'Austriaco, nella mostra sono esposte anche alcune opere di artisti a lui vicini.