“L’arte è un mezzo per capire le emergenze del mondo”: Beatrice Trussardi, Presidente di Fondazione Trussardi, lo sottolinea nell’intervista del 15 marzo a “Liberi Tutti”, inserto del Corriere della Sera. L’arte come impegno: un concetto che ispira da sempre la sua attività e che si concretizza nei diversi progetti realizzati con la Fondazione.
“Penso anche a Migration Moving Blanket di Rob Pruitt su Yoox: arte per raccontare le migrazioni forzate” afferma l’imprenditrice culturale, spiegando come dal 2003 la Fondazione racconti attraverso l’arte contemporanea “i cambiamenti e le tensioni del mondo in cui viviamo”. Si inserisce in questo percorso anche il nuovo progetto presentato in occasione di miart 2019: A Friend, un’installazione concepita per i due caselli daziari di Porta Venezia a Milano, dall’artista ghanese Ibrahim Mahama, e a cura di Massimiliano Gioni, visitabile dal 2 al 14 aprile. “Dopo la Terra Inquieta, su migrazioni e crisi dei rifugiati, ancora un progetto per fotografare le inquietudini contemporanee” sottolinea Beatrice Trussardi, il cui impegno su questo fronte è riconosciuto a livello internazionale.
Non a caso è entrata nell’Advisory Council di Tent Partnership for Refugees: “Tent cerca di dare risposta ai problemi dei rifugiati, provando a coinvolgerli nell’attività di aziende e multinazionali. L’ha fatto Ikea, lo sta facendo Coca Cola e lo fanno in Italia per esempio Generali e Barilla”. Ma “l’attivismo culturale” di Beatrice Trussardi non si esaurisce qui. Un’altra battaglia che porta avanti è quella per l’empowerment femminile: “Nella lista 2018 dei top five fra gli artisti contemporanei per curriculum e quotazioni, non c’è una donna. Il problema del pay gap, la disparità di retribuzione in funzione del genere, resta. E le artiste donne emerse tardi per non offuscare il compagno sono tante. Ma dopo il movimento Metoo ora c’è più attenzione. È un inizio”. E sul Climate change: “Viviamo sull’orlo del baratro e non ce ne rendiamo conto. In casa abbiamo abolito le bottiglie di plastica, solo borracce che i bimbi riempiono di acqua del rubinetto; e in garage c’è un’auto elettrica”.
E sempre guardando al futuro, Beatrice Trussardi auspica che la fortunata esperienza “itinerante” di Fondazione Trussardi, inaugurata nel 2003, possa trovare sempre più spazio nel mondo dell’arte: “Siamo un museo nomade, senza una sede museale, ci facciamo ospitare dal Comune, dal Demanio… così portiamo l’arte in tanti luoghi della città. È un modello di collaborazione pubblico-privato che potrebbe essere replicato anche altrove in Italia. Ed è il mio appello alle istituzioni: ci sono gli investitori privati, le fondazioni, date loro la possibilità di portare l’arte alla gente, mettendo a disposizione gli spazi come ha fatto Milano”.
Per maggiori informazioni: https://www.beatricetrussardi.com/2019/03/15/larte-un-mezzo-per-capire-le-emergenze-del-mondo-beatrice-trussardi-si-racconta-al-corriere-della-sera/