Per chi volesse approfondire la storia culturale e letteraria dell’Ottocento, secolo di grandi trasformazioni, una buona base di partenza sono i saggi di Ezio Raimondi contenuti nella collana Historia, pubblicata da Federico Motta Editore.
Durante l’Ottocento il romanzo si afferma come il genere letterario favorito dalla borghesia. Moltissimi classici furono pubblicati a puntate come romanzi d’appendice, raggiungendo così un pubblico molto più ampio grazie anche ai prezzi contenuti. Siamo nel secolo in cui si abbandona gradualmente la razionalità dell’Illuminismo per immergersi in un mondo fatto di emozioni, inquietudini, incertezze: nasce così una nuova sensibilità legata all’irrazionale, ai misteri della natura, al folklore, all’inconscio e ai turbamenti dell’animo.
A livello sociale si assiste alla nascita di una nuova classe media borghese, che cerca nei romanzi l’intrattenimento in grado di fare evadere dalla vita reale: si ha il desiderio di immedesimarsi nei personaggi descritti dagli autori, per emozionarsi con le loro vicende. Nasce così l’industria culturale come la intendiamo anche oggi, che spinge gli autori a voler seguire gli interessi del grande pubblico e le esigenze del mercato. È proprio nell’Ottocento che si inizia a parlare di “cultura di massa”, con le opere letterarie che vengono recensite sui giornali e dibattute nei caffè.
Come spiegato anche nelle pubblicazioni di Federico Motta Editore, i feuilleton erano di fatto romanzi pubblicati a puntate su riviste e giornali. Le storie narrate erano emozionanti, ricche di colpi di scena e di personaggi modellati sui sogni e sui turbamenti delle persone reali: su questo concetto si basa tutt’oggi il rapporto autore-lettore nella cultura di massa.
Per maggiori informazioni:
https://www.mottaeditore.it/2021/02/il-romanzo-dappendice-e-il-suo-valore/
Fonte Federico Motta Editore: Ezio Raimondi racconta la nascita della cultura di massa grazie alle opere letterarie dell’Ottocento su Cultura360.