Ceramica Artistica Solimene, l’arte che resiste al tempo

Ceramica Artistica Solimene, l’arte che resiste al tempo

Ceramica Artistica Solimene, l’arte che resiste al tempo

Nell’acclamato film ‘È stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino, è diventata iconica la scena della Signora Gentile che divora un’enorme mozzarella in occasione di un pranzo familiare. Nelle sue mani un piatto di ceramica che per molti è solo un oggetto di scena ma che in realtà nasconde il lavoro e l’arte della ceramica vietrese. Si tratta infatti di un prodotto di Ceramica Artistica Solimene, azienda fondata negli anni ‘50 proprio all’ingresso di Vietri sul Mare, nella parte iniziale della Costiera Amalfitana. La fabbrica, disegnata dall’architetto Paolo Soleri su incarico del fondatore Vincenzo Solimene, oggi esporta in tutto il mondo. Ma Sorrentino non è l’unico ad aver omaggiato la ceramica di Vietri. Il noto chef Oliver propone la sua cucina a Dubai con i piatti di Solimene. Charliz Theron li utilizza per l’arredamento della propria casa.

Siamo la terza generazione di un’attività artigianale – ha detto Giovanna Solimene, nipote di Vincenzo, in un’intervista rilasciata a Fortune Italia – oggi è molto complicato lavorare in un settore in cui la richiesta è maggiore di una produzione fatta da mani, non da macchine. Ma il nostro punto di forza è proprio questo. I nostri prodotti piacciono perché se ne avverte l’originalità, l’unicità. Una cura dei particolari distante dagli standard della grande industria”. Oggi Ceramica Artistica Solimene affianca alla tradizione e alle tecniche antiche tecnologie moderne, per assicurare la solidità e la resistenza nel tempo degli oggetti. Tenere il passo con un mondo che cambia è l’obiettivo, ha spiegato Giovanna: “Tuttavia le fasi di lavorazione sono le stesse di quando mio nonno ha iniziato: un piatto lo si stampa, lo si rifinisce a mano, viene seccato, messo nel forno per la prima cottura, smaltato, decorato, infornato di nuovo”.

Ceramiche Solimene può contare su circa 30 artigiani, con la fabbrica che arriva a produrre ogni giorno circa 500 pezzi. Un’attività che secondo la responsabile non potrà mai prevedere l’uso di macchinari ipertecnologici o di sfruttare l’intelligenza artificiale. Ma alle attività artigianali manca il supporto dello Stato, conclude Giovanna: “Altrimenti le attività artigianali spariranno, insieme a posti di lavoro e alla genialità di un Paese che riesce a essere moderno conservando il suo estro artistico”.

ARTE & CULTURA

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