Trionfo per “The Crown” ai Golden Globe, da Lady Diana a Thatcher

La 78esima edizione dei Golden Globe Awards ha visto trionfare, tra le varie serie, ‘The Crown’, che si è aggiudicata 4 premi: quello di miglior serie drammatica, miglior attore (Josh O’Connor, interprete del principe Carlo) e attrice protagonista (Emma Corrin nei panni della principessa Diana) e miglior attrice non protagonista (Gillian Anderson, nelle vesti di Margaret Thatcher).

Per chi non conoscesse la serie, dalle poche informazioni date si può già desumere che si tratti di una serie storico-drammatica che racconta le vicissitudini della famiglia reale inglese. La prima stagione è partita infatti con l’incoronazione della regina Elisabetta II, fino a giungere, con la quarta, alle tribolate vicende che hanno coinvolto suo figlio Carlo e la principessa Diana. Ma non solo: questa stagione ha anche visto l’emergere di una figura di grande spessore, il primo ministro donna nella storia della Gran Bretagna, Margaret Thatcher. 

I dieci episodi della stagione ricoprono un arco temporale che va dal primo incontro tra Carlo e Lady Diana Spencer nel 1977 fino al 1990, anno delle dimissioni di Margaret Thatcher. Sono puntate che entrano nell’intimità di personaggi che sono sempre apparsi quasi irreali agli occhi del grande pubblico, ma che qui vengono rivelati nel loro essere umani e imperfetti. 

Vengono fuori le crepe delle grandi mura della residenza reale, come la costrizione del principe Carlo a sposare una donna che non ama, mentre un’altra, Camilla Fry, continua a essere la sua vera compagna di vita. E mentre gli spettatori assistono alle battaglie di Diana, con se stessa e con suo marito, allo stesso tempo viene anche presentato l’intero percorso della ministra Thatcher, che si è dovuta conquistare, non riuscendoci sempre, il rispetto del resto dei parlamentari e della stessa regina.

Non a caso, il suo soprannome era “Lady di ferro”, per la sua personalità e la capacità di prendere decisioni anche impopolari, soprattutto in ambito economico. Bisogna però dire che il suo primo mandato non fu particolarmente facile, date le condizioni economiche della Gran Bretagna, con un debito pubblico mai visto prima. Thatcher riuscì a risollevare il livello economico del paese, ma a caro prezzo: le sue misure talvolta estreme provocarono la crisi dell’industria manifatturiera e l’aumento della disoccupazione. Durante il suo secondo mandato, la sua politica economica prese il nome di “Thatcherismo”, mentre nel 1987 Margaret Thatcher divenne il primo e unico premier britannico del XX secolo a ottenere la nomina per ben tre mandati consecutivi. Fu probabilmente la sua linea antieuropeista, come emerge anche in The Crown, a segnare la fine della sua carriera come ministro.

Nella serie, Margaret Thatcher appare come una donna forte e caparbia, proveniente da una famiglia umile, e il cui padre le ha insegnato a lottare duramente per raggiungere i propri obiettivi e diventare la persona che voleva davvero essere. È questo spirito che Thatcher cerca di trasmettere al Regno Unito: fare sacrifici oggi per ottenere grandi risultati domani.

Non sempre è stata compresa, e non sempre il primo ministro donna inglese ha avuto i nervi saldi. In una scena in cui incontra la regina, gli spettatori assistono non a un meeting tra due figure politiche, ma fra due donne, due esseri umani con le loro fragilità e i loro timori.

A chiunque voglia entrare nel cuore della famiglia reale più famosa al mondo, non si può che consigliare The Crown, una serie in grado di fornire una panoramica lucida, anche cruda, su un mondo molto meno favolesco di quanto possiamo pensare.

Fonte Trionfo per “The Crown” ai Golden Globe, da Lady Diana a Thatcher su Cultura360.

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