«Non c’è migliore scuola di quella italiana, ma bisogna rivedere il ruolo dell’insegnante con gli strumenti giusti e utili a un nuovo processo di apprendimento». E l’appello lanciato da Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’università Luiss Guido Carli, che in occasione della presentazione del libro «Ero studente, il desiderio di prendere il largo», tenuta presso la sede di Confindustria Avellino, ribadisce le problematiche dell’istruzione formativa e in particolare di quella del Mezzogiorno, non sempre al passo con i tempi e con il cambiamento. «È utile tenere in considerazione che i ragazzi di oggi sono diversi da quelli di un tempo. Arrivano a velocità ancora maggiore dei normali processi formativi. Per tale ragione, non si può restare indietro, ma al contrario si deve prendere coscienze dei mutamenti che sono all’ordine del giorno». Giovanni Lo Storto, originario di Frigento, ribadendo il forte attaccamento alla propria terra di origine esorta gli irpini a diventare modello di un sapere che riesce a coniugarsi con il tenitorio e con le sue vocazioni. «Non è un problema portare gli studenti a raccogliere pomodori se si vuole lanciare un messaggio sociale contro le nuove forme di criminalità organizzata oppure portare delle stampanti in piazza per realizzare progetti. Il futuro passa dalla capacità di saper cogliere diversi punti divista. Quale migliore strada, quindi, se non quella della condivisione delle esperienze di lavoro». Nel confronto, moderato da Generoso Picone, responsabile della redazione de «Il Mattino» di Avellino, Piero Mastroberardino, professore ordinario di business management, ritornato dopo diverso tempo nella sede di via Palatucci, però, effettua una riflessione sull’Irpinia e sulle difficoltà che ha l’istruzione a trovare un punto di incontro con il mondo del lavoro, facendo riferimento alle vicende sullo stato di salute dei fabbricati: «La priorità oggi sarebbe proprio dare un contesto dignitoso alle scuole. Come un’azienda, un istituto si riconosce dai mobili, dalle opere d’arte e pertanto non si può verificare più quello che sta accadendo. Appartiene al passato insegnare nei garage». Il docente dell’università di Foggia, inoltre, esorta le istituzioni scolastiche a collaborare maggiormente con le aziende. «Il problema della provincia di Avellino non è la fuga dei cervelli, ma di quelli che non arrivano. Chi governa deve creare le condizioni affinché ci sia quanto un’inversione di tendenza». La svolta, come sottolineato da Berardino Zoina, studente della Luiss, passa proprio dalla capacità di trasformare la conoscenza in competenze. Un appello alle istituzioni, rappresentate dal deputato Luigi Famiglietti, da alcuni sindaci da autorità militari e da imprenditori sensibili a un’alternanza scuola-lavoro non più a parole ma nei fatti. «Confindustria – sostiene il presidente degli imprenditori Giuseppe Bruno – è la casa di tutti e le porte sono spalancate. È necessario che chi ha un’idea ci creda fino in fondo perché i mezzi e le risorse si possono trovare, ma occorre differenziarsi per essere competitivi».
FONTE: Il Mattino
AUTORE: Edoardo Sirignano
Fonte Giovanni Lo Storto: “Scuola-lavoro, binomio per crescere” su Cultura360.