Al Museo Poldi Pezzoli di Milano un’iniziativa che unisce arte e scienza in un modo inedito. Il celebre “Ritratto di giovane donna” di Piero del Pollaiolo, uno dei capolavori più iconici del museo, è al centro di un restauro conservativo che si svolge “dal vivo”, davanti agli occhi curiosi di tutti i visitatori. Restauro che non solo offre l’opportunità di osservare il lavoro meticoloso degli esperti, ma anche permette di comprendere l’importanza della diagnostica per immagini nella disciplina.
Avviato con il sostegno di Diana Bracco e della Fondazione Bracco, il progetto di restauro rappresenta infatti un’importante fusione tra tradizione artistica e innovazione scientifica. I visitatori possono seguire passo dopo passo il processo di conservazione, osservando il rigoroso approccio multidisciplinare che coinvolge curatori, scienziati e restauratori. “L’intervento dal vivo ci permette di avvicinare il pubblico alle fasi del restauro, illustrando i passaggi dalla diagnostica preliminare all’intervento vero e proprio, e rivelando il legame tra la tecnica pittorica e la conservazione”, spiega Alessandra Quarto, Direttrice del Museo Poldi Pezzoli.
Dipinto attorno al 1470, il “Ritratto di giovane donna” è da sempre considerato uno degli esempi più straordinari del Quattrocento italiano. L’opera, acquistata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel XIX secolo, ha conquistato una fama crescente grazie alla sua eccezionale qualità stilistica e al fascino innegabile del soggetto rappresentato. Tuttavia, l’ultimo restauro risale agli anni Cinquanta e il tempo ha reso necessario un nuovo intervento, finalizzato a riportare il dipinto alla sua originaria bellezza.
Qui entra in gioco il Gruppo Bracco, leader mondiale nella diagnostica per immagini. Diana Bracco, presidente della Fondazione, ha raccontato con entusiasmo l’importanza del progetto: “Da anni siamo impegnati nel sostenere il patrimonio culturale italiano, utilizzando le competenze sviluppate nel nostro settore di riferimento. Diventare partner scientifico di questo restauro è stato un passo naturale per noi”. Grazie all’uso di tecniche all’avanguardia come la Tac, è stato possibile analizzare in dettaglio lo stato del dipinto, rivelando informazioni fondamentali sulla composizione dei pigmenti e sui materiali utilizzati dall’artista.
La Presidente ha descritto l’esperienza di assistere alla diagnostica sull’opera come un momento magico, paragonandolo a un viaggio nel tempo: “Guardare una giovane donna del Quattrocento attraverso l’obiettivo della Tac è stato come far incontrare due mondi lontani. È un connubio di arte e scienza che affascina e stupisce “.
Il restauro, che si svolgerà sotto gli occhi del pubblico per diversi mesi, è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di esperti del Centro Diagnostico Italiano, dell’Università degli Studi di Milano e del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Sotto la guida di Isabella Castiglioni, scienziati e restauratori hanno lavorato fianco a fianco per garantire un intervento accurato e rispettoso della fragilità dell’opera.
Diana Bracco ha concluso con un messaggio chiaro: “Il progetto avviato con il Poldi Pezzoli non è solo una testimonianza del nostro impegno per la salvaguardia del patrimonio culturale, ma anche un esempio tangibile di come la scienza possa contribuire a preservare l’arte per le generazioni future”. Il restauro è quindi un’occasione per riportare alla luce un capolavoro del passato, ma anche per mostrare alle persone quanto la tecnologia possa rivelare nuove dimensioni della nostra eredità artistica.
Per maggiori informazioni: