Azienda Agricola Arrighi: il vino si fa racconto al Florence Korea Film Fest
Per il terzo anno consecutivo, l’Azienda Agricola Arrighi partecipa al Florence Korea Film Fest, guidata da una passione che va oltre la semplice produzione enologica: il racconto. Il vino, infatti, è già una storia in sé, un’esperienza sensoriale che si svela nel bicchiere, proprio come un film si sviluppa scena dopo scena.
Questa vocazione narrativa si manifesta attraverso due importanti produzioni cinematografiche. Il documentario “Vinum Insulae”, diretto da Stefano Muti (Cosmomedia), ha ottenuto due prestigiosi riconoscimenti al 26° Festival International Œnovidéo di Marsiglia: Miglior Cortometraggio e il Premio della Revue des Œnologues. Selezionato tra 144 video da 17 paesi, il film racconta un esperimento scientifico che si trasforma in un’esperienza emozionante e divulgativa. Nel 2022, l’azienda ha presentato un secondo progetto: il docufilm “Nesos – Il nettare degli Dei”, un cortometraggio di 24 minuti firmato da Giuseppe De Masi, regista e filmmaker per Rai e Mediaset.
A confermare il valore della narrazione di Arrighi arriva anche la recente uscita su Arte.tv, il prestigioso canale tedesco, del documentario “Elba – Italiens Trauminsel im Mittelmeer” del regista Timo Zorn, dove l’azienda è tra i protagonisti. La partecipazione al Florence Korea Film Fest non è quindi solo un’occasione per mettersi in mostra, ma una naturale evoluzione della filosofia aziendale: raccontare il vino attraverso il cinema, condividendo passione, innovazione e cultura.
La 23ª edizione del festival si conferma come una delle più importanti manifestazioni dedicate al cinema coreano, con oltre 70 film in programma e ospiti di rilievo come Hwang Jung-min, Na Hong-jin e Chun Sun-young. Immersa nel cuore dell’Isola d’Elba, la vigna Arrighi si estende su 22 ettari a Porto Azzurro, di cui 8 coltivati a vigneto, nel Parco dell’Arcipelago Toscano, parte della Riserva della Biosfera MAB UNESCO “Isole di Toscana”. Un anfiteatro naturale sospeso tra cielo e mare, dove Antonio Arrighi, viticoltore dal 1970 e rappresentante della quinta generazione di famiglia, sperimenta tecniche di vinificazione uniche, come l’utilizzo delle anfore. Un’azienda che non si limita a produrre vino, ma a raccontarlo, trasformandolo in un’esperienza sensoriale e cinematografica che conquista pubblico e critica.