Nell’istruzione ci sono troppi precari e la cosiddetta “stabilizzazione” avviene solitamente solo dopo i quarant’anni. A dirlo è una ricerca dell’Ipl, l’Istituto promozione lavoratori diretto da Stefano Perini. Il settore – spiega l’Ipl – occupa oltre 15 mila persone. I risultati dello studio che colpiscono sono innanzitutto l’elevata quota di donne e l’alto numero di contratti di lavoro a tempo determinato (33%). «Nel settore dell’istruzione gli occupati pubblici con un contratto a tempo indeterminato non sono nemmeno la metà, tra gli under 30 addirittura solo il 5%; la stabilizzazione avviene in genere solamente a partire dai 40 anni», constata il ricercatore dell’Ipl Werner Pramstrahler.
Secondo i ricercatori dell’Istituto promozione lavoratori la causa principale per l’ingente numero di contratti a tempo determinato «è data dalla combinazione tra l’elevata quota di occupate e i requisiti d’accesso per i docenti che continuano a cambiare. Nel settore dell’istruzione si parla già da decenni di “precarietà” per descrivere l’incertezza occupazionale e il posto di lavoro aleatorio dei docenti».
Dall’analisi dei dati emerge che un quarto degli occupati del settore ha più di 50 anni. A causa delle politiche di assunzioni restrittive, l’età media è destinata ad aumentare ancora. L’organizzazione delle scuole deve reagire a questa situazione. «Seguendo l’esperienza di Paesi all’avanguardia, a tal fine è necessario adottare sistemi di age management», conclude l’Ipl.
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